Il governo riapre le miniere. L’obiettivo è estrarre in casa le materie prime “critiche” e necessarie alla transizione digitale e green.
Si va dal silicio al cobalto, dal litio al titanio ma anche dal neodimio al tantalio, passando dai più diffusi nichel e rame.
Come riportato dal portale Nicola Porro.it:
“La decisione si inserisce nel Critical Raw Materials Act europeo. Il percorso prevede in primo luogo la mappatura e l’esplorazione delle miniere esistenti e potenziali al fine di pesarne i tesori, quindi incrociare i dati con i fabbisogni del Paese e le sue catene di approvvigionamento.
Nel frattempo lo Stato garantisce regole più semplici e rapide per le procedure autorizzative: una volta ottenuto l’ok della Commissione Ue, si parla di 10-18 mesi di tempo per avviare i lavori. Prevista inoltre la nascita di un fondo sovrano da 1 miliardo.
Sostanzialmente dismesso nel corso del secolo scorso a favore di più competitivi siti esteri sparsi tra l’Africa l’America Latina, il settore minerariotorna a essere strategico per effettuare il salto verso un mondo fatto di computer quantici, auto a batteria e intelligenza artificiale.”