La maggiore società di gestione di patrimoni del mondo, con circa 10mila miliardi di dollari in gestione, ha ottenuto, come riportato dal Sole24ore, l’autorizzazione del governo a detenere una partecipazione superiore al 3% del capitale nel gruppo industriale della difesa e aerospazio.
Leonardo ha beneficiato della favorevole congiuntura in Borsa negli ultimi due anni e mezzo, come moltissime aziende internazionali che producono armi, in seguito alla guerra Russia-Ucraina e alla generalizzata corsa al riarmo, in particolare in Europa. Infatti sono le aziende europee che in Borsa hanno avuto i rialzi maggiori.
La Roccia Nera guidata da Larry Fink, che gestisce oltre 10mila miliardi di dollari di asset su scala globale, al 31 dicembre 2023 aveva un portafoglio italiano del valore di 97,3 miliardi di dollari, comprese quote del 7% del capitale di Unicredit, il 5% di Intesa San Paolo e partecipazioni in Eni, Enel e Generali. La crescita della quota in Leonardo va letta sia in chiave finanziaria sia, soprattutto, in ottica strategica.
Sul primo fronte, Leonardo, tra i maggiori player mondiali della Difesa, è un’azienda indubbiamente appetibile, con un business in crescita e un titolo decollato nell’ultimo biennio assieme ai risultati operativi sulla scia dell’aumento delle commesse e della crescita della spesa per il riarmo nei maggiori Paesi europei.