I dati forniti da Unioncamere e Anpal fanno il punto sulla situazione delle assunzioni in Italia.
Nel mese di novembre le assunzioni programmate delle aziende sono circa 430mila con una crescita del 12,6% rispetto allo scorso anno e verso il raggiungimento e il superamento della quota 1 milione nei prossimi tre mesi.
Se, dunque, come spiegato non sembrerebbe esserci vero e proprio caso relativo all’offerta di occupazione, il problema va trovato nella presenza dei profili lavorativi ricercati dalle stesse aziende. Si stima, infatti, che di tutte le assunzioni programmate circa la metà difficilmente sarà portata a termine.
Ad esempio risultato “pressoché introvabili” gli operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento, così come quelli addetti alle rifiniture delle costruzioni, i fonditori, i saldatori, i lattonieri, i calderai, i montatori di carpenteria metallica e i fabbri ferrai.
Confindustria stima in 800mila i profili mancanti e rivendica di aver assunto un milione e 100 mila persone in più da giugno 2021 fino ad oggi. A spiegarlo è lo stesso presidente Bonomi in un’audizione al Senato: “Non mi interessa la minore Ires se io assumo, perché non abbiamo problemi, in questo momento, di occupazione.”