Si arriva allo scontro tra il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, riguardo al tema degli affitti brevi.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Gori aveva spiegato come gli affitti brevi fossero diventati un vero e proprio problema in particolar modo per il centro storico della città di Bergamo.
Le parole del sindaco Lombardo hanno però scatenato la reazione della Santanchè che ha replicato a Radio 24: “Credo che il sindaco di Bergamo sia rimasto un po’ indietro. Non è solo una questione fiscale di cedolare secca. Ma rientra in una più ampia cornice di regolamentazione che prevede un codice identificativo nazionale, in assenza del quale non ci si può registrare nelle piattaforme. Inoltre, dal secondo appartamento in poi è prevista l’applicazione delle regole per le imprese, perché non si tratterebbe più di introiti a integrazione del proprio reddito. Dopo dieci anni in cui nessun governo s’è fatto carico di una tematica complessa come questa siamo riusciti a produrre regole che portano un po’ di ordine in questo far west. Si può fare di più, ma dobbiamo tenere insieme la proprietà privata, che per noi è sacra, con la concorrenza sleale e anche la sicurezza e l’immagine dell’Italia”.
Il sindaco di Bergamo non è però rimasto in silenzio e prontamente ha risposto alle parole del Ministro: “Il ministro ha mostrato di non aver compreso quale sia il problema determinato dal proliferare degli affitti turistici nei centri storici. Le misure adottate dal governo, dall’obbligo del codice identificativo alla classificazione delle attività di impresa, possono contribuire a ridurre l’abusivismo e a evitare fenomeni elusivi, ma non frenano l’avanzata delle locazioni turistiche a scapito di quelle residenziali.I sindaci chiedono quello che il Parlamento ha concesso a Venezia nel 2022: la possibilità di adottare un regolamento che ponga un tetto alla trasformazione d’uso degli appartamenti nei centri storici, per evitare che la residenza ne sia progressivamente espulsa (curioso che il richiamo alla necessità che il Paese sia “uno”, e che non possano esservi regole diverse, venga dal ministro il giorno dopo che la sua parte politica ha approvato la legge sull’autonomia differenziata)”.
Ad intervenire sulla questione c’è anche Alessandro Capozzi, presidente Federalberghi di Ascom Bergamo, che, oltre a spiegare come sia Gori che Santanchè abbiano delle valide ragioni sulla questione, espone il punto di vista degli albergatori: “Noi siamo contrari alla cedolare secca a favore dell’extralberghiero. Saremmo più favorevoli a una cedolare secca per aiutare l’affitto tradizionale 4+4. Famiglie, giovani coppie, docenti che arrivano da fuori non stanno trovando un appartamento in città. Le altre regole messe dal governo, di cui parla il ministro, sono invece utili per battere l’abusivismo. Il codice identificativo è stato fondamentale ed è nato come codice regionale con Lara Magoni assessore regionale al Turismo.”