L’associazione bancaria in audizione alla Commissione Bilancio della Camera sul decreto Pnrr si dice contraria ad una partecipazione significativa di Poste Italiane nella società PagoPa.
Le Banche escono allo scoperto sulla questione parlando del rischio di uno squilibrio competitivo che sarebbe causato dal passaggio del 49% della società dei pagamenti della Pubblica Amministrazione a Poste Italiane.
In un comunicato ufficiale le banche specificano che: “La cessione della quota di partecipazione a Poste Italiane presenta criticità ove si consideri che detta partecipazione, essendo complementare a quella dell’Istituto Poligrafico, può giungere sino al 49% del capitale PagoPa. Si concretizza, quindi, la possibilità che si possa configurare un controllo congiunto del nuovo PagoPa da parte dell’Istituto Poligrafico e Poste, sicché ciascuna di esse è potenzialmente in grado di esercitare un’influenza determinante sull’attività commerciale della nuova società, potendo giungere ad impedire l’assunzione di decisione attraverso l’esercizio di un diritto di veto.”
D’altra parte in documento Abi si legge come il Gruppo Postale, la cui azione è salita più del 15% da inizio anno, è già leader nel settore dei pagamenti: “Il perfezionarsi di parte del capitale di PagoPa avrebbe come conseguenza una rilevante alterazione dell’equilibrio competitivo tra PostePay/LISPay/Poste Italiane rispetto agli altri prestatori di servizi di pagamento aderenti alla piattaforma, potendo le prime due, ed in alcuni casi anche direttamente Poste Italiane, ledere la parità concorrenziale e beneficiare di un trattamento di favore in ragione della possibilità di Poste Italiane di influire sulle scelte della società PagoPa.”
In altri termini Poste Italiane sarebbe contemporaneamente proprietario e gestore della rete che trasporta servizi di pagamento PA e altri enti e fornitore dei corrispondenti servizi di pagamento anche controllando PostePay e indirettamente LISPay. Una concentrazione di ruoli che, se approvata dal parlamento, permetterebbe a Poste Italiane di avere “un’incidenza rilevante nella determinazione delle politiche di sviluppo dei sistemi di pagamento rivolti alla PA o averne una conoscenza anticipata a discapito degli altri operatori.”
Potrebbero esserci delle ripercussioni anche nella politica dei costi dato che il Gruppo Postale potrebbe riconoscere a PagoPa delle specifiche commissioni per l’utilizzo della Piattaforma. Il Gruppo Postale potrebbe essere inoltre favorito nella conoscenza delle informazioni di mercato della clientela bancaria, degli istituti di pagamento e degli operatori gestori di pubblici servizi grazie ai database gestiti da PagoPa e App Io. Secondo le banche, inoltre, avere la disponibilità di informazioni può facilitare la realizzazione e la vendita di servizi specializzati e personalizzati.