La Borsa di Londra si trova ad affrontare una situazione ben più grave di quella che c’era prima della grande crisi finanziaria del 2008.
Ben 294 società quotate in borsa, infatti, hanno lanciato profit warning nel 2023, una percentuale del listino superiore a quella del 2008. Di queste ben 39 hanno lanciato addirittura tre o quattro profit warning. Se ad inizio anno gli allarmi provenivano specialmente dalle società piccole e medie, nell’ultimo trimestre del 2023 un terzo delle imprese in difficoltà aveva fatturato più di 1 miliardo di sterline.
Una crisi cresciuta a dismisura negli ultimi mesi trova le sue radici nell’aumento dei tassi d’interesse e dall’impennata dei costi. D’altra parte l’alto costo del denaro ha portato a una scarsa propensione a investire, mentre l’inflazione elevata e il carovita hanno minato la fiducia dei consumatori.
Secondo un’analisi condotta dall’EY i rinvii di contratti e ritardi nelle decisioni hanno causato un quarto dei profit warning che hanno interessato soprattutto i settori industriali e dei beni di consumo. Tra le società che hanno lanciato allarmi utili, due su cinque operano nel settore retail, il più colpito dalla crisi. Nonostante la situazione sia andata migliorando con il calo dell’inflazione i consumatori britannici restano cauti.
Nell’analisi fatta dall’EY le previsioni sul 2024 restano ancora incerte data la debolezza dell’economia e la presenza dello spettro della recessione ma l’aspettativa è di un divario crescente tra le società in grado di cogliere le opportunità e trarre profitto dalla crescita, per quanto limitata, e quelle che invece sono frenate dall’impatto delle recenti pressioni sugli utili, dalle difficoltà nell’ottenere finanziamenti e dal costo del capitale che resta elevato.