Secondo il Ministro dell’Economia Giorgetti la vendita di una parte di Poste Italiane porterà diversi benefici e sarà conveniente e utile, sia per i conti pubblici, contribuendo a ridurre il debito, sia migliorando il valore della società stessa.
Il Ministro conferma inoltre che il gruppo postale resterà sotto il controllo dello Stato che assicura che vigilerà per garantire i livelli occupazionali e lo storico ruolo di cassaforte del risparmio di Poste.
In quella che sarà una vendita a tappe che coinvolgerà investiori istituzionali italiani ed esteri e anche i risparmiatori, inclusi i dipendenti e che consentirà allo Stato di mantenere il controllo del 51% per un periodo di tempo, Giorgetti ha stimato che “il controvalore desunto potrebbe ammontare a circa 4,4, miliardi”.
I ricavi ottenuti rientrano nel piano di privatizzazioni voluto da Palazzo Chigi che punta a raccogliere 20 miliardi entro il 2026 e che ha già coinvolto altre società come ItaAirways e che potrebbe coinvolgere anche Eni (vendita del 4% cioè più o meno quanto è di proprietà diretta del dicastero dell’Economia), l’Enav, l’ente che controlla il traffico aereo, e le Ferrovie, interamente dello Stato.