Non c’è tregua nel Mar Rosso che prima diviene il centro degli attacchi degli Houthi alle navi occidentali mentre ora si trova ad affrontare i danni subiti da alcuni cavi sottomarini che trasmettono dati e tengono in piedi l’infrastruttura globale di Internet.
Secondo diversi media dell’area sarebbero ben quattro i cavi danneggiati: il cavo AAE-1 (Asia-Africa-Europa 1, lungo 25mila chilometri, dal sud-est asiatico all’Europa; il cavo Seacom (cavo da 17mila chilometri che collega Sudafrica, Kenya, Tanzania, Mozambico, Gibuti, Francia e India); il cavo Europe India Gateway (Eig) di 15mila chilometri.
Ora il focus è tutto sulle cause di questi danneggiamenti: da una parte l’ipotesi più probabile è quella di un sabotaggio da parte degli stessi Houthi che allo stesso tempo smentiscono qualsiasi coinvolgimento, dall’altra l’ipotesi, considerata meno probabile, di danni dovuti ad incidenti marini come ad esempio le ancore che strisciano sul fondo del mare.
In attesa di indagini ed interventi più approfonditi sugli stessi cavi i cui danni vengono definiti significativi ma non critici, si parla già delle tempistiche delle riparazione dei cavi. Secondo delle stime i tempi per riparare del tutto i cavi si aggirerebbe attorno alle 8 settimane che potrebbero prolungarsi qualora i lavori fossero interrotti dai sempre più frequenti attacchi degli Houthi.