Secondo i PM di Torino, nell’ambito del caso dell’eredità di Marella Caracciolo Agnelli, il controllo della società Dicembre, che ha affidato a John Elkann la guida dell’impero Agnelli, pare segnata “da atti simulati”.
I Pm fanno riferimento alla cessione da parte della vedova dell’Avvocato, il 19 maggio 2004, della “nuda proprietà” del 41,29% ai tre nipoti Elkann: John, Lapo e Ginevra. Quel 41,29% era il frutto dell’eredità ricevuta dal marito e della quota che le aveva ceduto la figlia Margherita dopo il patto successorio siglato con la madre poche settimane prima. Da quel momento, John salì al 60% di Dicembre, mentre il 40% fu ripartito in parti uguali tra Lapo e Ginevra. In cambio, la nonna avrebbe mantenuto l’usufrutto e ricevuto un pagamento di 80 milioni di euro gestiti dalla Fiduciaria Gabriel e dalla banca Pictet & Cie di Ginevra.
I magistrati parlano di “atti simulati, non essendo a oggi stata acquista prova del pagamento del prezzo. Si tratta di un passaggio delicato per i pm, perché in quella parte del decreto va motivato il rinnovato sequestro di molto materiale cartaceo e digitale che, una settimana fa, il Tribunale del Riesame aveva ordinato di restituire agli indagati.
Una vicenda che, se fossero confermate le ipotesi dell’accusa e venisse meno la residenza svizzera di Marella, potrebbe provocare un possibile rientro di Margherita in Dicembre e la ricaduta di quel 41,29% nell’asse ereditario della vedova Agnelli. Con effetti per un’eventuale tassa di successione su almeno 2 miliardi di euro.