Fonti di Palazzo Chigi spiegano come non ci sia preoccupazione relativa alle forniture di gas dopo l’evoluzione della crisi in Medio Oriente.
Lo stesso Ministro Salvini che al momento è fin troppo prematuro parlare di un incremento dei prezzi di gas e materie prime. Dello stesso avviso è anche l’ad di Eni, Claudio Descalzi, che ha osservato come sia marginale l’impatto del conflitto sulla produzione di gas, ma le possibili conseguenze preoccupano il mercato, che è prudente.
Nel frattempo dall’UE fanno sapere: “Abbiamo visto i report di aumenti dei prezzi del petrolio e del gas e questo è ovviamente qualcosa che stiamo tenendo d’occhio”.
Nonostante le varie rassicurazioni da parte delle autorità politiche europee oggi il prezzo del gas è salito ai suoi massimi da agosto. Ad incidere sulla volatilità del mercato ci sarebbe lo stop deciso da Israele al giacimento offshore Tamar, di proprietà di Chevron, che esporta gas verso l’Egitto e la Giordania e alimenta i consumi domestici di Israele. Ci sono poi i timori per le infrastrutture dopo la perdita ad un gasdotto sottomarino tra Finlandia ed Estonia.