La Bce ha invitato le banche dell’Eurozona a cercare un’uscita dalla Russia.
La goccia che fa traboccare il vaso è il sequestro cautelativo di 463 milioni di euro in conti, titoli e quote societarie da parte di un tribunale di San Pietroburgo nei confronti di Unicredit. Questo episodio ha portato la BCE a voler accelerare il piano di ritiro delle banche dalla Russia per evitare il rischio di ricadere in pesanti sanzioni degli USA che potrebbero prendere di mira gli istituti di credito.
A Raiffeisen, che ha la maggiore esposizione alla Russia tra gli istituti di credito europei, è stato detto di ridurre i prestiti nel Paese di due terzi rispetto al livello attuale entro il 2026. La banca, che in caso di mancato adeguamento rischia potenziali multe da parte della Bce, ha già ridotto il suo portafoglio prestiti in Russia del 56% dall’inizio della guerra. Anche Unicredit è entrata nel mirino della Bce. All’istituto italiano è stato chiesto di fornire una ripartizione dettagliata dei piani per le loro operazioni entro il primo giugno. Intesa Sanpaolo nello scorso settembre ha ottenuto l’autorizzazione di Putin al management buyout locale della controllata russa, ma l’uscita non è facile a causa di ostacoli burocratici.