E’ una giornata complicata e da dimenticare per la Borse Cinesi che chiudendo a -1,02% e a -3,93%, gli indici delle blue chip di Shanghai e di Shenzhen hanno portato le perdite da inizio anno, rispettivamente, a circa il 10% e il 20%.
Una situazione così complessa che è necessario l’intervento del Governo che interviene d’urgenza per inasprire l’operatività degli investitori istituzionali nazionali e di alcune unità offshore vietando gli swap transfrontalieri nel tentativo di evitare anche fughe di capitali e di calmare gli investitori. In questo caso le limitazioni serviranno a restringere un canale che può essere utilizzato dagli investitori con sede in Cina per vendere allo scoperto azioni di Hong Kong.
Al contempo, ad alcuni broker cinesi che ricorrono ai canali acquisto di azioni della Cina continentale per le loro unità offshore è stato detto “di non ridurre le loro posizioni”, di congelare i possibili disinvestimenti.
Ad essere messa nel mirino è anche la Speculazione che avanza imperterrita e che ha portato la Cina a sospendere i prestiti azionari durante i periodi di lock-up concordati.
Come detto la situazione è piuttosto grave e il crollo al minimo degli ultimi 5 anni dell’indice di riferimento CSI 300, unito al 44% di capitalizzazione degli ultimi 5 anni bruciato dalla Borsa di Hong Kong, porterà delle nuovi grandi manovre che potrebbero coinvolgere le banche. Si pensa, infatti, di fondere tre dei più grandi gestori di crediti inesigibili della nazione nel fondo sovrano China Investment Corp (CIC), come parte di un piano di riforma delle istituzioni finanziarie. Tre società di gestione patrimoniale (AMC) – Cina Cinda Asset Management, China Orient Asset Management e China Great Wall Asset Management – saranno incorporati in CIC per dare più stabilità al sistema oberato da crediti inesigibili.