La realizzazione del Ponte sullo Stretto mette a rischio diverse proprietà appartenenti sia alla Calabria che alla Sicilia.
Si parla, secondo i dati raccolti dal Sole 24 Ore, di circa 300 fabbricati che coinvolgerebbero un totale di 4mila persone. Secondo le stime circa 3,7 milioni di metri quadrati verrebbero cancellati sia sulla sponda calabrese che su quella siciliana e le città coinvolte sarebbero Villa San Giovanni e Messina che potrebbero veder cancellate delle zone ad alta densità abitativa.
Sulla sponda calabrese, Villa San Giovanni sarà tagliata in due tra Cannitello e Piale. All’altezza dell’autostrada verranno infatti scavate quattro gallerie. Gli effetti del Ponte si sentiranno anche sul lungomare, che perderà un tratto di 400 metri.
Sul lato siciliano, Messina sarà colpita soprattutto sulla zona dell’Annunziata, che verrà spopolata da espropri e asservimenti. Il sindaco Basile sottolinea che i lavori per il ponte si sommeranno ad altri già in corso.
Secondo Francesco Mancuso, responsabile dell’agenzia immobiliare Grimaldi e intervistato da Il Sole, chi viveva a Torre Faro (quotazioni fino a 2500 euro al metro quadrato) potrebbe trovare un’alternativa sulla Casolare Pompea o in direzione Mortelle. Gli espropriati dell’Annunziata invece andranno su viale Regina Elena. Sul lato calabrese le difficoltà saranno anche maggiori: secondo Albino Rizzuto, assessore all’Urbanistica del comune calabrese, non ci sono ulteriori aree residenziali dove far andare i cittadini espropriati.
Intanto, si attende una forte impennata dei prezzi di almeno del 25% a Messina soprattutto nelle zone a Sud della città. Per gli immobili espropriati sarà pagato un indennizzo calcolato in base all’indice Omi, l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Un valore che però non terrebbe conto delle specifiche caratteristiche del bene e che potrebbe causare frequenti casi di famiglie impossibilitate ad acquistare gli immobili.