I bagni gender neutral sono una possibile soluzione per rendere anche i servizi igienici un luogo meno discriminante; tuttavia, in Italia sono ancora poco diffusi.
Se in Italia i passi avanti da compiere sono ancora molti, in Europa la situazione è migliore in alcuni Stati già all’avanguardia in termini di diritti delle persone transessuali e transgender. Un esempio è il Regno Unito, con il sindaco di Londra Sadiq Khan, che già nel 2018 all’interno del palazzo municipale ha deciso di sostituire i servizi igienici femminili e le docce con altrettante toilette di “genere neutro”.
Tuttavia nelle ultime ore sono state molte le discussioni nel Regno Unito con una parte del Governo ferma sulla proprio convinzione di voler mantenere l’ambiente dei servizi igienici separata per una pure questione di sicurezza. Nelle prossime settimane sono previsti degli aggiornamenti importanti in merito.
Anche in Svezia i servizi igienici diventano gender free. Istituiti nella capitale Stoccolma perché nei luoghi pubblici non vi sia distinzione tra uomini e donne, l’atteggiamento di promozione della neutralità di genere si è esteso alle scuole di tutta la nazione attraverso la creazione di spazi neutrali.
Quello degli Stati Uniti è un caso più particolare. In America, per anni, gli attivisti per i diritti transgender hanno sostenuto il loro diritto di usare il bagno pubblico che si allinea con la loro identità di genere e nella primavera 2016 questa campagna si è intensificata sempre più.
La Carolina del Nord, nel marzo di quell’anno, aveva promulgato una legge in cui si imponeva alle persone di utilizzare solo il bagno pubblico o lo spogliatoio corrispondente al sesso sul loro certificato di nascita.
Nel frattempo però la Casa Bianca aveva preso una posizione diametralmente opposta: agli studenti trans andava permesso di usare il bagno corrispondente alla loro identità di genere, non tanto a quella ‘istituzionale’.
Con l’arrivo di Donald Trump le cose cambiano di nuovo. Viene immediatamente cancellata la direttiva di Barack Obama perché, secondo la nuova amministrazione, entrava in una questione che avrebbe dovuto essere pertinenza dei singoli Stati e delle scuole, e non prevedere una indicazione a livello federale.
La decisione, che non era entrata in vigore fino alla decisione del tribunale federale sul ricorso degli 11 stati (Texas, Oklahoma, Alabama, Wisconsin, West Virginia, Tennessee, Maine, Louisiana, Utah, Arizona e Georgia), lasciava comunque alle singole scuole la decisione sul merito dei ‘bagni’ per gli studenti transgender. Le posizioni personali del tycoon in materia di diritti per le persone Lgbtq+, infatti, erano meno conservatrici di quelle dei Repubblicani più vicini ai gruppi religiosi cristiani e la revoca della direttiva Obama appariva più come una delle concessioni di Trump ai suoi sostenitori che si opponevano alle posizioni progressiste sui diritti civili.
Oggi, che sono trascorsi quasi altri tre anni, mentre in Italia arriva la notizia dell’adozione dei bagni neutri all’università di Pisa, a Chicago è stata adottata la stessa policy per tutte le scuole pubbliche. Una settimana il dipartimento delle scuole pubbliche della città ha infatti annunciato sul proprio account Twitter che i servizi igienici sono stati resi misti per essere “più inclusivi” per alunni e personale che desiderano utilizzare “strutture in linea con la loro identità di genere” affiggendo segnaletica aggiornata sulle porte.