Nonostante non sia stato pubblicato ancora in Gazzetta Ufficiale il decreto sul Superbonus potrebbe già subire delle modifiche.
Il nodo principale riguarda lo stop allo sconto in fattura e alle cessioni del credito per le onlus, le case popolari e, soprattutto, per le zone terremotate o colpite da emergenze meteorologiche come le alluvioni, tanto che, nella versione definitiva del testo, qualche dettaglio potrebbe essere ammorbidito.
Le norme non saranno retroattive e salvaguarderanno in qualche modo chi ha già avviato l’iter per i lavori ma cancelleranno anche tutti i meccanismi di facilitazione che erano previsti fino al 2025. Già nel 1 articolo del decreto, ancora in bozza, ci saranno delle eccezioni piuttosto articolate e complesse, per chi si è in qualche modo già mosso prima dell’entrata in vigore del decreto.
In casi diversi dai condomini, sconto e cessione saranno infatti ancora sfruttabili per i lavori per i quali sia già stata presentata la Cila. Per gli interventi condominiali, le vecchie regole varranno invece nel caso sia stata adottata la delibera assembleare sui lavori e sia stata presentata la Cila.
Le deroghe scattano anche nel caso sia stato richiesto un titolo abilitativo per demolizione e ricostruzione rientranti nel superbonus. Per i lavori diversi da quelli agevolati con il maxisconto, cessione e sconto restano in vigore se risulta presentata la richiesta di titolo abitativo. Nel caso il titolo non sia necessario, saranno comunque salvi i lavori già iniziati o quelli non ancora cominciati ma nei quali sia stato già stipulato “un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo”. Due deroghe queste ultime che valgono anche per le barriere architettoniche. Il decreto dispone inoltre anche un più attento monitoraggio delle spese da parte dell’Enea a cui è obbligatorio comunicare le informazioni sui cantieri, pena una multa di 10.000 euro.
Fonte Foto Sole24Ore